mercoledì 16 aprile 2008

compito 6, parte super facoltativa

Ho deciso di chiaccherare un po' a proposito di "I care"...nemmeno io so molto a proposito di Don Milani, ma dopo il seminario e leggendo i post degli altri ragazzi ho fatto 1po' di riflessioni..."I care" teoricamente dovrebbe essere il filo conduttore di tutte le religioni e di tutte le filosofie di vita; io sono buddista, ma non è mio intento fare un discorso interreligioso, sono solo pensieri buttati lì...l'amore e la preoccupazione verso gli altri vanno al di là di ogni dio e di ogni scuola religiosa ed è questo che dovremmo sempre tener presente. Nel buddismo esiste un principio, il principio di engi, che in giapponese significa "origine dipendente"; sintetizzato al massimo vuol dire che non si può essere felici prescindendo dalla felicità degli altri e, probabilmente, era quello che pensava anche Don Milani. Nel buddismo non esiste un Dio, ma semplicemente una condizione vitale, la buddità, che secondo questa filosofia è presente in tutte le persone in egual misura...questo porta inevitabilmente a rispettare tutti gli altri allo stesso modo. E' quindi un modus vivendi di profondo umanesimo! Io cerco sempre di comportarmi in questo modo, anche se riconosco che è molto difficile, e non sempre riesce farlo...I ragazzi di "M'illumino d'immenso" sono un bell'esempio per noi; quello che ci fanno ricordare e ci dimostrano è che "I care" possiamo farlo tutti e in mille modi diversi, non necessariamente seguendo la loro strada...Secondo me "I care" può voler dire semplicemente cominciare a salutarci la mattina e smettere di pensare alla competizione; lo dimostra il fatto che tutti pensiamo la stessa cosa, e cioè che sembra di essere in un mondo di mostri spietati e competitivi votati solo allo studio! E a tutti bene o male questa situazione non piace, perchè è molto difficile instaurare rapporti tra di noi...Questo seminario è stato importante soprattutto perchè ha provocato 1ondata di pensieri, commenti e riflessioni che forse potranno farci aprire gli occhi sull'importanza di un semplice "ciao"...

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