giovedì 17 luglio 2008

COMPITO 5: La matematica può essere desiderabile?

Ho riletto la teoria della gestalt che il prof ha messo tra le sue considerazioni sul contesto dove si dice che "la matematica può essere desiderabile". Davvero??? - mi sono chiesta io -vediamo un po'...per me è desiderabile un estathè alla pesca ghiacciato quando muio dal caldo, è desiderabile un cicchino dopo che ho mangiato un bigmac con patatine grandi al mc donald,o la musica
a tutto volume proprio 2 secondi dopo che mi sono svegliata...ma più ci penso e più non riesco a sentire "desiderabile" la matematica!
Poi mi metto a leggere tutti i discorsi sul contesto e mi dico che FORSE è vero, forse la matematica te la insegnano solo come y=ax+C e tu pronunci questa frase ma è come se parlassi arabo perchè non ti insegnano il significato di ogni lettera - in questo caso potremmo
definirla parola - che stai leggendo.
E' come quando impari il greco..ogni lettera ha il suo significato e messa con le altre produce una parola di senso compiuto..e questo dovrebbe derivare anche dal linguaggio matematico..ed invece tu leggi e al max puoi associare a quella "frase" la figura di un grafico
ma non comprendi ciò che davvero stai dicendo.
Ha ragione Lee Lefever quando dice che noi cerchiamo di memorizzare invece di capire e questo perchè ci vengono date solo la metà delle informazioni che ci servirebbero per entrare davvero in quel mondo parallelo che è la matematica.
Quindi, come è scritto anche nei due testi che ho letto..due possono essere le vie per migliorare la comunicazione tra mondo il matematico e la mente dello scolaro (specie se già poco propensa alla materia!)
1: fornire un contesto = fornire una panoramica generale dell argomento che si sta trattando giusto giusto per non ritrovarci spaventati e dire..."ma dove diavolo sono finita??!!!perchè non si può capire l'oggeto in primo piano senza considerare lo sfondo.
2: portare l'astratto, l'y=ax+c in un contesto reale,fare esempi concreti tipo quelli che ti facevano alle elementare: Pierino compra tre mele, se la pina ne mangia 2 quante mele rimangono a pierino??. Quelli si che erano esempi.


Io però non posso dire però di essere stata tra quelli che hanno avuto un prof di mate che dava solo formule ed esercizi.
In realtà il mio professore mi faceva leggere Locke, ci dava da risolvere esercizi e da leggere testi in inglese, ci faceva vedere filmati sulla fisica che lì per lì consideravo idioti ma che poi ho capito erano ciò che ho detto prima:la matematica portata nella realtà, l'esempio concreto.
Lui non ti dava solo la formula e "tanti saluti, imparatevi a memoria questa che domani vi interrogo" ma ti creava una realtà nuova in cui calare ogni volta ogni formula,ogni parola della matematica e te ne rendeva partecipe, ti ci faceva entrare in quel mondo, non ne rimanavi fuori.
Il fatto che poi per me la matematica non sia desiderabile è dovuto solo a come io mi ponevo nei confronti della materia: prevenuta ancor prima di iniziare la lezione, è dovuta al fatto che mentre il prof spiegava io pensavo a quello che avrei fatto il pomeriggio...quindi in questo caso la colpa non è di chi insegna ma dello studente che non ha voglia di imparare.

Mea Culpa.

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